Astronomica Langrenus
I principali sistemi di Raggiere Lunari
Chiunque abbia osservato anche con un semplice binocolo il disco della luna piena, oltre alle zone occupate dalle pianure (colore scuro) e dagli altipiani (colore più chiaro) avrà certamente notato la presenza di sistemi di raggi intorno a determinati crateri, tra cui i più evidenti si sviluppano radialmente dall’area immediatamente circostante ai crateri Tycho, Copernicus, Kepler, Aristarchus e Proclus, estendendosi anche per parecchie centinaia di chilometri. Ritengo doveroso precisare che il termine “raggiere” non è appropriato, mentre sarebbe più realistico identificarle come “scie o strie biancastre” o qualcosa di simile. Ma che cosa sono realmente i cosiddetti raggi lunari ? A questa particolare tipologia di strutture, la cui esistenza è stata accertata finora anche sulla superficie planetaria di Mercurio e di Marte, è sempre stata attribuita un’origine derivante dall'impatto meteoritico che provocò la formazione dei crateri dalle quali esse si diramano con andamento prevalentemente radiale. Infatti queste sarebbero costituite dai materiali che in seguito alla caduta di corpi meteoritici vennero proiettati verso l'alto e successivamente ricaddero al suolo disponendosi a formare quelle luminose e lunghissime raggiere dotate di elevata albedo che oggi possiamo osservare non solo con i telescopi ma anche con un semplice binocolo.
Passiamo ora ad esaminare in dettaglio alcune fra le più importanti di queste strutture, tenendo presente che il periodo migliore per una dettagliata osservazione è nelle fasi prossime alla luna piena, quando i dettagli superficiali vengono letteralmente annullati dall’altezza del sole sull’orizzonte del nostro satellite, mentre gigantesche raggiere divengono sempre più protagoniste del panorama lunare. Si ritiene importante suddividere la raggiera di Copernicus in due parti distinte.
Raggiera di Copernicus – “A” (sviluppo verso Imbrium e Sinus Aestuum - Insularum):
Una serie di lunghi raggi si sviluppa in direzione nord inoltrandosi nel mare Imbrium. In modo particolare due di questi corrono quasi paralleli già a settentrione dei monti Carpathus: quello orientale, esteso tra i crateri Lambert e Timocharis, raggiunge la stessa latitudine di Archimedes dopo circa 500-550 km mentre l'altro, quello posto ad occidente, una volta superato Pytheas, dopo circa 400 km raggiunge il cratere Lambert piegando verso nordovest. Inoltre si può notare un altro notevole segmento che dall'area di Copernicus si dirige a nordest superando Eratosthenes e Wallace, raggiungendo le colline a sud di Archimedes.
Raggiera di Copernicus – “B” (sviluppo verso Herodotus - Aristarchus):
Risulta evidente come la grande raggiera di Copernicus si sviluppi anche in direzione ovest interessando una vastissima area dell'oceanus Procellarum. Iniziamo con uno dei raggi più estesi che dalla zona di Copernicus, precisamente dalle immediate vicinanze del cratere Tobias Mayer, situato sul margine occidentale dei monti Carpathus, si sviluppa in direzione NW attraversando una vasta porzione di Procellarum e raggiungendo dopo circa 400 km l'area di Herodotus - Aristarchus (a circa 600 km da Copernicus). Di questi raggi, quello più a nord, dopo Tobias Mayer attraversa il cratere Brayley mentre l'altro, spostato di 70-80 km più a sud, dopo circa 250-300 km devia verso occidente confluendo nel sistema di raggiere che dall’area di Herodotus - Aristarchus si dirige più a sud in direzione di Kepler. Vi sono inoltre altri raggi minori che dalla zona di Copernicus si estendono nell'oceanus Procellarum confluendo anch'essi nel sistema di raggi estesi tra l'area di Herodotus - Aristarchus e Kepler.
Raggiera di Kepler – (fra l’area di Herodotus-Aristarchus e Kepler):
I sistemi di raggiere che si sviluppano tra la zona di Herodotus - Aristarchus ed il cratere Kepler sembrano costituiti da due segmenti principali estesi per oltre 500 km con andamento grossolanamente parallelo. Inoltre immediatamente ad oriente di questi si osserva una larga fascia biancastra, in cui vi si notano strie minori, disposta nella stessa direzione la quale con la sua estremità orientale giunge ad interessare il cratere Bessarion. Osservando la raggiera intorno a Kepler notiamo come questa sia inserita in una zona ad elevata riflettività. Inoltre si percepiscono segmenti estesi in direzione di Hortensius e Milichius, i quali poi vanno a confluire nella raggiera di Copernicus. Segmenti ad alta luminosità si estendono da Kepler in direzione sud per circa 150 chilometri interessando l’area del cratere Encke. Uno dei principali raggi di Kepler si sviluppa verso sudovest fino al cratere Suess, mentre in direzione nordovest vi sono segmenti estesi per circa 350 km, uno dei quali raggiunge la zona di Marius. Al telescopio è molto interessante inoltre la possibilità di esaminare il raggio orientato verso occidente il quale, sdoppiandosi in numerose e sottili strie, raggiunge il cratere Reiner.
Raggiera di Tycho:
Mentre in prossimità del terminatore Tycho si esibisce in tutta la sua imponenza e ricchezza di dettagli, osservato nelle fasi prossime alla Luna Piena non possiamo fare a meno di notare come questo cratere si trovi al centro di una grande e luminosissima raggiera. All’osservazione telescopica è degno di nota un segmento esteso in direzione del mare Nectaris per circa 1500 km fino ai Pirenei. Tra i principali raggi che si dipartono da Tycho vi è quello orientato in direzione nordovest per circa 900 km. Questo sembra costituito da due segmenti paralleli i quali raggiungono il mare Nubium dirigendosi a nord del cratere Lubiniezky, di cui è molto interessante l’osservazione delle varie irregolarità e sfumature, mentre altri raggi si dirigono anche in direzione sud e sudovest fino alle estreme regioni meridionali. In particolare uno di questi, orientato verso sud, lo si osserva come segmento singolo ad elevata luminosità. Più ad oriente un sistema di raggi dall'andamento curvilineo si estende verso sud – sudest per almeno 800 km. Fra le pareti intorno a Tycho e la base della raggiera si nota un alone circolare di colore scuro, dovuto probabilmente all’accumulo di detriti a bassa riflettività, dettaglio molto interessante anche in riprese video. E’ degna di nota la descrizione di Alfonso Fresa in cui “…Con un piccolo cannocchiale, Tycho si presenta come un bianco circoletto dal quale s’irradiano una quantità di strisce bianche luminosissime che avvolgono gran parte dell’emisfero meridionale, dandoci l’idea di una serie di meridiani”. Scrive ancora il Fresa, che l’anello scuro osservabile immediatamente all’esterno di Tycho, “secondo Loewy e Puiseux difensori dell’ipotesi vulcanica, viene considerato come una conseguenza dell’intensa attività vulcanica di cui Tycho è stato teatro, e che è resa manifesta dal sistema così visibile e grandioso delle strisce divergenti”. Un altro raggio esteso per 1500 km si spinge fino all’area di Stevinus.
Ma il sistema di raggi intorno a Tycho non finisce di stupire: Osservate attentamente un’immagine della luna piena, e vedrete che da questo cratere partono alcuni raggi che nulla hanno a che vedere con strutture a sviluppo radiale.
Raggio “A” : Tornando per un attimo al raggio costituito dal doppio segmento esteso fino a nord di Lubiniezky, secondo chi scrive, questo pare proseguire in segmento singolo (anche se con varie discontinuità) nell'oceanus Procellarum interessando nell'ordine i monti Ural - Riphaeus, l'area di Kepler e spingendosi fino a nord di Herodotus - Aristarchus, con uno sviluppo complessivo di circa 2300 chilometri.
Raggio “B” : Questo parte da Tycho in direzione nord-nordest, attraversando il vastissimo altopiano centromeridionale, fino a confluire in Serenitatis attraverso i crateri Menelaus, Bessel e Luther. Dopo avere interessato il Lacus Somniorum, il Lacus Mortis e l’est Frigoris, va a terminare nell’area dei crateri Strabo - De La Rue, con una lunghezza complessiva di ben 3300 km.
Raggio “C” : Abbiamo visto che una di queste imponenti strutture raggiunge i monti Pirenei (mare Nectaris) a 1500 km di distanza. Facciamo ora attenzione al proseguimento di questo raggio verso nordest, e noteremo che attraversa Fecounditatis dai crateri Goclenius a Webb-P, proseguendo poi per Firmicus, Condorcet, mare Marginis, fino a raggiungere addirittura il cratere Giordano Bruno, con una lunghezza totale di 3900 km (da Tycho a G. Bruno).
Raggiera di Proclus:
Questo cratere presenta una raggiera piuttosto luminosa anche se molto meno complessa rispetto a quelle di Copernicus, Kepler e Tycho. Ciò che rende estremamente interessante questa struttura è il fatto che essa appare inserita nel sistema che si sviluppa a settentrione. Infatti, dall’area fra il cratere Hayn e ovest Humboldtianum, un raggio si estende verso sud-sudest per 1000 km fino al cratere Geminus, da dove si smista in due segmenti diretti l’uno verso il Sinus Amoris e l’altro verso Proclus, entrambi di 600 km di lunghezza. Da Proclus, inoltre, vi sono segmenti in direzione sudovest, sudest ed est-nordest (verso Crisium)..
Raggiere sull’emisfero non visibile dalla Terra:
Anche l’altro emisfero lunare presenta numerosi ed imponenti sistemi di raggiere. Infatti sono degne di nota le strutture radiali che si sviluppano dai crateri Jackson, Ohm, Crookes, oltre a tante altre minori, mentre vi sono lunghissimi raggi che dal settore nord si estendono per alcune migliaia di chilometri raggiungendo le zone prossime al polo sud come, ad esempio, i segmenti che da Jackson percorrono gran parte della faccia nascosta interessando l’area di Crookes ed andando a terminare fra i crateri Antoniadi e Numerov (polo sud).
Raggiere che dalla faccia nascosta interessano entrambi gli emisferi lunari:
Abbiamo visto che dai crateri Giordano Bruno ed Hayn vi sono raggi che si estendono per migliaia di km anche sull’emisfero lunare rivolto verso la Terra, ma non sono gli unici. Infatti i segmenti che dal cratere Ohm sono orientati verso est-nordest vanno ad interessare l’emisfero visibile entrando nell’oceanus Procellarum fra i crateri Struve e Lavoisier, fino a perdersi nell’area fra Lichtenberg e la Dorsum Scilla dopo circa 600 km. Un eccezionale sistema di raggiere si dirama dal cratere Olbers-A situato 300 km ad ovest di Cavalerius. Infatti, mentre i segmenti più brevi si limitano ad interessare le zone circostanti ai crateri Eddington, Kraft, Cardanus e Cavalerius, si mostra in tutta la sua imponenza un intricato e spettacolare sistema di strie altamente riflettenti estese fino a Seleucus. Da qui si smista in ulteriori due segmenti, di cui uno raggiunge l’area ad ovest della Vallis Schroter, mentre il secondo va a terminare più a nordest fra i crateri Nielsen e Wollaston, dopo avere percorso circa 900 km in Procellarum.
Morfologia delle raggiere lunari:
Abbiamo visto che la morfologia delle strutture radiali si presenta estremamente varia e complessa. Infatti, dai sistemi di raggiere veri e propri in quanto tali, la cui conformazione è in stretta relazione con la dinamica dell’impatto meteoritico (con tutte le varianti del caso), si passa a lunghissimi raggi costituiti da più segmenti con lunghezze totali anche di migliaia di km attraverso i due emisferi lunari. Come giustificare la presenza di queste strutture ? Osservate le immagini della Clementine e vi renderete conto che il termine “raggi” nella maggior parte dei casi risulta completamente inappropriato. Ciò che in strumenti amatoriali sembra semplicemente “un raggio”, in immagini riprese dalle sonde rivela tutta la propria reale struttura: la larghezza varia da circa 70-80 km fino a poche centinaia di metri, si va da segmenti uniformi fino a veri e propri sistemi di strie con andamento sinuoso che sembrano sovrapporsi fra loro, per non parlare dei raggi che nulla hanno a che vedere con uno sviluppo radiale rispetto al cratere da cui si diramano. Molto probabilmente la vera storia della nostra Luna è ancora tutta da scrivere.
Per ulteriori approfondimenti dell'argomento:
1 - Le Raggiere lunari. Grandi raggiere intorno a numerosi crateri - The lunar rays ( New !! )
2 - Le raggiere sull'altra faccia della Luna - Rays system on the lunar far side
3 - "Anomalie" (?) nella raggiera di TYCHO - Some anomalous details in Tycho rays system
4 - Un raggio di 3900 km da Tycho a G. Bruno? - A 3900 km single ray from Tycho to G. Bruno?
5 - Panoramica raggiere dell'emisfero invisibile - Panoramic view of rays systems on far side
6 - I raggi singoli del settore di Nordest - Single rays on the Northeast lunar sector