Astronomica Langrenus


 

Le pianure lunari - The Lunar Plains

 

Attenzione:  I testi che descrivono le singole regioni pianeggianti pubblicati in queste pagine unitamente alla descrizione generale delle pianure lunari, NON provengono da nessuna fonte esterna, ma sono stati realizzati da Astronomica Langrenus.


  • Quando osserviamo la Luna con un binocolo percepiamo immediatamente come il disco del nostro satellite sia  caratterizzato da zone chiare  e da altre di un colore più scuro.  Se poi dal binocolo passiamo ad un telescopio anche di piccolo diametro noteremo che, mentre le regioni chiare si riveleranno come vasti altipiani cosparsi da una innumerevole quantità di crateri, le zone di colore più scuro ci appariranno come distese pianeggianti. In questa ricerca esamineremo proprio queste ultime. Con un clic su ogni singola pianura ( zona rossa ) si attivano i collegamenti  con le rispettive  descrizioni.                                                                  

  • When we observe the Moon with simple binoculars we perceive  as the disc of the our satellite is characterized from clear zones and others of a darker color.  If then from the binoculars we pass to a telescope  also of small diameter we will notice immediately  that, while the clear regions will be revealed to our eyes as wide plateaus with  innumerables crater  amounts the zones of darker color will appear to us as flat extended. In this search we will examine just these last ones. With a click on each plain ( red color ) you will be connect to the single  descriptions of the lunar plains.

  • DESCRIZIONE GENERALE: Osservando il disco lunare non possiamo fare a meno di notare  come i mari Imbrium, Serenitatis, Tranquillitatis, Crisium, Nectaris, Humorum, Vaporum, presentino una conformazione circolare più accentuata in alcuni casi rispetto ad altri. Inoltre il settore occidentale del nostro satellite si presenta in gran parte occupato da una immensa distesa: l'oceanus Procellarum, che con una superficie di quattro milioni di kmq è la più grande pianura lunare. Tra le pianure che non presentano una conformazione circolare vi sono i mari Fecounditatis e Nubium oltre al Sinus Aestuum. Le regioni settentrionali inoltre sono interessate dal mare Frigoris disteso lungo i paralleli. In prossimità del centro geometrico del disco lunare vediamo il piccolo Sinus Medii. La conformazione circolare di gran parte delle pianure lunari ci riconduce alla teoria secondo cui queste in epoche remote furono gigantesche strutture crateriformi le quali, durante parecchie centinaia di milioni di anni di bombardamento meteoritico, progressivamente vennero colmate dal sovrapporsi del materiale di frantumazione proveniente dal disintegrarsi di questi bolidi celesti  fino a raggiungere l'aspetto che possiamo osservare ai nostri giorni. Contemporaneamente all'accumulo di questi materiali (regolite) che praticamente ricoprono gran parte della superficie lunare, non è da escludersi anche la fuoriuscita di materiale lavico dal sottosuolo quale conseguenza del cedimento di strati della superficie. La lava ancora allo stato fluido avrebbe in questo modo parzialmente colmato valli e depressioni situate nell'area interessata dall'impatto. D'altra parte non è pensabile  che un bombardamento meteoritico protrattosi nella sua fase più intensa per poco meno di un miliardo di anni abbia interessato solamente una porzione della Luna concentrandosi prevalentemente sugli altipiani. A sostegno di ciò vi sono le osservazioni effettuate  dai due selenologhi inglesi Patrick Moore e Percy Wilkins  i quali rilevarono la presenza sotto le pianure lunari di varie centinaia di crateri quasi completamente sepolti sotto lo strato di regolite che ricopre la superficie lunare. Queste osservazioni vennero effettuate in condizioni di illuminazione solare estremamente radente in quanto si trattava di evidenziare strutture circolari emergenti  solo poche centinaia di metri al di sopra dello strato di regolite, praticamente la sommità delle pareti di quei crateri di cui sarebbe poi stata rivelata la presenza, sepolti sotto le pianure del nostro satellite.

 


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