Astronomica Langrenus
Ai confini dell'altro emisfero lunare: Le zone di Librazione Around the Lunar far edge - The Libration Areas Alla ricerca del 9% dell'altra faccia della Luna - To research of the 9% invisible lunar hemisphere Testi e immagini di Francesco Badalotti |
Il fenomeno delle librazioni, dovuto al non perfetto sincronismo dei moti di rotazione e rivoluzione del nostro satellite naturale ci permette di osservare il 9 % dell'emisfero lunare opposto alla Terra il quale ci è perennemente invisibile. Pertanto alternativamente si renderà osservabile il bordo lunare settentrionale o meridionale con le rispettive zone polari. Analogamente osserveremo il lembo occidentale o il lembo orientale. Anche questa è una interessante opportunità per intraprendere osservazioni e ricerche di regioni del nostro satellite la cui osservabilità viene inoltre limitata dallo schiacciamento prospettico e dalla accentuata turbolenza. Pertanto chi volesse iniziare a dedicarsi a questo ramo dell'osservazione lunare auguriamo buon lavoro e se qualcuno volesse chiedere delucidazioni in merito........noi siamo qui.
L’emisfero lunare rivolto verso la Terra pare ormai non avere più segreti tanti sono gli astrofili appassionati di osservazioni del nostro satellite che con i loro telescopi scandagliano costantemente pianure, valli, monti ed altipiani, perfettamente consapevoli che per “vedere dall’altra parte della Luna” non è proprio possibile standocene sul nostro piccolo pianeta. Ma nonostante tutto abbiamo la possibilità di osservare il 9% dell’emisfero opposto proprio grazie alle librazioni, oscillazioni apparenti del disco lunare la cui causa principale è dovuta tra l’altro al non perfetto sincronismo dei moti di rotazione e rivoluzione. Le librazioni pertanto ci consentono di vedere regioni lunari situate oltre il lembo ai confini con l’emisfero a noi invisibile, alternativamente sia in latitudine sia in longitudine. Nel caso della librazione in latitudine, dovuta al fatto che un punto sull’equatore lunare ad ogni lunazione viene a trovarsi 6° 41’ al di sopra del piano dell’orbita mentre 14 giorni più tardi si trova al di sotto per un identico valore quale conseguenza del fatto che il nostro satellite mantiene l’asse di rotazione costantemente inclinato sulla sua orbita, si renderanno alternativamente visibili le regioni polari Nord e Sud.
Per
quanto riguarda la librazione in longitudine, in questo caso un punto sulla
superficie del nostro satellite nell’arco di una lunazione subirà uno
spostamento di un valore pari ad 8° sia ad Est sia ad Ovest
alternativamente, rendendo in tal modo osservabili regioni situate oltre il
lembo orientale ed occidentale. Questo secondo tipo di librazione trova la
sua origine nella ellitticità dell’orbita lunare. Inoltre in
considerazione della regolarità della rotazione della Luna sul proprio
asse, avendo il nostro satellite un moto più rapido al perigeo che non
all’apogeo, la rivoluzione avviene con velocità variabile nonostante
abbia identica durata della rotazione. Infine vi è la librazione
parallattica in quanto un ipotetico osservatore guarda da un punto situato
sulla superficie del nostro pianeta e non al centro dello stesso. Quale
conseguenza della somma degli effetti delle tre librazioni appena viste ne
deriva una curva spiraleggiante inserita in un cerchio di circa 10°
cui è soggetto un qualsiasi punto che si trovi sul disco lunare.
E’ questa la librazione definita “apparente”.
Impostare un piano di osservazioni sistematiche delle regioni situate immediatamente oltre il lembo lunare significa dover considerare alcuni fattori che potranno rivelarsi determinanti per la buona riuscita del nostro lavoro. Nell’era in cui il nostro satellite naturale è stato ormai ampiamente monitorato dalle varie sonde così come dalle numerose missioni del programma Apollo in entrambi gli emisferi e pertanto anche nelle cosiddette zone di librazione, le motivazioni che ci portano ad intraprendere questo tipo di osservazioni vanno ricercate nel desiderio di approfondire lo studio della Luna anche per quanto concerne strutture superficiali situate al limite dell’osservabilità, ponendo il tutto a disposizione di quanti volessero con noi partecipare a questa nuova dimensione dell’osservazione lunare.
Nell’arco di una lunazione la visibilità delle regioni situate oltre il lembo non è affatto casuale ma determinata dalla struttura stessa dei moti del nostro satellite (già vista nel precedente capitolo), così come l’alternanza degli effetti di librazione sui lembi Est-Ovest e Nord-Sud. Pertanto una volta a conoscenza dei dati necessari potremo impostare sedute osservative mirate ad una determinata zona di librazione.
Le strutture crateriformi che comunemente osserviamo sul disco del nostro satellite nella stragrande maggioranza ci appaiono con una conformazione prevalentemente circolare, tranne i casi noti quale risultante della sovrapposizione di più crateri. Ma se dalle regioni poste al centro del disco lunare ci spostiamo sia in longitudine sia in latitudine radialmente vedremo che le strutture superficiali assumeranno sempre più una forma ovalizzata, dovuta logicamente all’effetto di prospettiva e sfericità (anche se non perfetta) del nostro satellite. Analogamente identico schiacciamento prospettico lo noteremo non solo nei crateri ma anche nelle pianure. Tanto per citare alcuni esempi significativi, a breve distanza dal lembo occidentale conosciamo bene i crateri Hevelius, Riccioli e Grimaldi i quali ci mostrano nel telescopio la loro conformazione ovalizzata. Un caso eclatante ci viene offerto da Pythagoras, cratere del diametro di 120 km che con le sue pareti alte 4800 mt ed un grande picco centrale pare sorgere improvvisamente dal lembo di NW. Altrettanto dicasi per il lembo orientale con i crateri (situati però questi prima del bordo lunare ma egualmente soggetti allo schiacciamento prospettico) Langrenus, Vendelinus, Petavius, Furnerius. Per quanto concerne invece le zone pianeggianti è classico l’esempio del mare Australe (SE) e del mare Humboldtianum (NE), visibili solamente come limitate aree di colore più scuro nonostante la loro notevole estensione (rispettivamente di 240.000 e 108.000 kmq)
Unitamente alla deformazione dovuta allo schiacciamento prospettico appena visto dovremo considerare inoltre l’effetto negativo introdotto dalla turbolenza atmosferica. Siamo perfettamente a conoscenza di come questa intervenga a limitare talvolta anche notevolmente le osservazioni del nostro satellite in generale, tanto più nel caso di regioni situate sul lembo lunare dove la somma dei due fattori ( deformazione prospettica e turbolenza accentuata ) contribuisce a rendere difficoltoso, se non precario, il nostro lavoro sia per quanto riguarda l’analisi visuale sia l’acquisizione di immagini le quali dovranno riportare nel modo più realistico possibile la conformazione e la morfologia delle strutture lunari oggetto delle nostre ricerche. Se possono essere utili, come sempre, le osservazioni visuali ancora di più lo potranno essere l’acquisizione di immagini siano esse fotografiche, CCD o riprese video con telecamere. L’importante è di giungere ad un completo monitoraggio delle zone di librazione, di quel 9% di emisfero lunare a noi perennemente invisibile che pur con qualche difficoltà il nostro caro satellite ci consente di scrutare.
Per ulteriori approfondimenti, vedere qui a lato la pagina riguardo le zone di librazione viste dall'emisfero lunare a noi invisibile, lavoro realizzato su immagini del Virtual Moon Atlas adattate allo scopo ed elaborate da Astronomica Langrenus "Le zone di librazione viste dall'altro emisfero lunare - Libration areas view from lunar far side - Italian and English version"
Le
Zone di Librazione - The Librations Areas
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