"Il Computo pasquale 

per tutto il XX Secolo"

 

Trascrizione integrale tratta da  " ORE  SERENE " - Supplemento mensile letterario - scientifico illustrato. Dono del  " Corriere delle Maestre "  ai suoi abbonati  -  supplemento n° 6 del  29 Marzo 1908

 

 

     Sciogliendo la promessa fatta nel mio precedente articolo su "Lo Stemma dell'Almanacco", completerò qui le nozioni calendaristiche già esposte, con quanto riguarda il computo della Pasqua.

     Ma anzitutto occorre premettere un po' di storia, se così veramente può chiamarsi ciò che si racconta intorno all'origine di questa festa, che probabilmente si connette, nella sua primissima genesi, al culto eliaco, cioè all'antichissima adorazione del Sole.

     Comunque, è certo che la Pasqua cristiana è una derivazione del Pessach ebraico, che risale a circa 1500 anni av. C.,  poichè venne istituito da Mosè ( Esodo XII, XIII e XXIII - Levitico XXIII - Numeri IX e XXVIII - Deuteronomio XVI ) in commemorazione del passaggio (pessach) dell'Angelo sterminatore sull'Egitto, del passaggio degli Ebrei dalla faraonica schiavitù alla libertà e del passaggio del Mar Rosso a piedi asciutti.

     Gl'israeliti celebravano, e celebrano ancora, questa festa nel 15° giorno del mese di Nisan, il qual giorno (qualunque sia della settimana) coincide sempre con un plenilunio, stantechè il mese di Nisan, primo del loro anno sacro, comincia sempre col novilunio più prossimo all'equinozio di primavera. Questo anno, per esempio, il Nisan comincia al 2 aprile, ed il 15 Nisan, o Pessach, cade quindi al 16 aprile, che è, appunto, anche un giorno plenilunare.

     Da quanto precede si comprende che, rispetto al calendario ebraico, il Pessach era ed è una festa fissa giacchè ricorre sempre alla medesima data, qualunque sia il giorno settimanale.

     Anche i primi cristiani seguirono l'uso ebraico, ma poichè colla Pasqua cristiana si volle solennizzare la risurrezione di Cristo, che sarebbe avvenuta in domenica, così il Concilio di Nicea (325 d. C.) ha definitivamente fissato - contro i quartodecimani che si ostinavano a celebrarla contemporaneamente agl'israeliti - che la Pasqua cristiana debba solennizzarsi nella prima domenica successiva al giorno del plenilunio che coincide o segue immediatamente l'equinozio del 21 marzo.

     Ciò posto, supponiamo che in un dato anno il plenilunio avvenga precisamente al 21 marzo e che questo dì sia un sabato: è chiaro che in tal caso si avrà la Pasqua al 22 marzo, cioè la più bassa possibile. Se invece il plenilunio avvenisse al 20 marzo, esso non sarebbe il plenilunio pasquale, e questo cadrebbe invece al 18 aprile, e se tal giorno fosse una domenica, la Pasqua cadrebbe nella domenica successiva, cioè al 25 aprile, data la più alta possibile, onde risulta che la nostra Pasqua può cadere in 35 giorni diversi, conformemente al noto principio che la Pasqua "non sequitur Marcum" (25 aprile) "nec precedit  Benedictum" (21 marzo).

     L'ultima Pasqua più bassa (22 marzo) cadde nel 1818 e non tornerà più fino al 2285; la più alta (25 aprile) la si ebbe l'ultima volta nel 1886, e vi ricadrà nel 1943, 2038, ecc.

     Il fatto che la Pasqua dipende da due elementi, il corso della Luna e quello delle settimane, rende necessario conoscere l'epatta e la lettera domenicale dell'anno pel quale la si vuol calcolare, e v'hanno, all'uopo, tavole e formole che qui sarebbe troppo lungo riferire. Ci limiteremo a notare che per la Pasqua più bassa (22 marzo) occorre il concorso della lettera D e dell'epatta 23; per la Pasqua media (8 aprile) la lettera G e l'epatta 6 a 12; per la Pasqua più alta (25 aprile) la lettera C e l'epatta 24 o 25.

     Ma poichè il calcolo preventivo delle Pasque venne già fatto per lunghissimo tempo - il padre G. S. Ferrari ( Il Calendario Gregoriano, Roma 1882 ) lo diede dall'anno 1 al 6000 - così io credetti più spiccio tracciare l'unito quadro delle Pasque per tutto il corrente secolo, quadro che offre il vantaggio di mostrare a colpo d'occhio con quale curioso andamento si succedano le date di questa festa.

     Per l'uso del riquadro si noti che le 35 date pasquali sono segnate sull'orlo superiore, ed alcune ripetute sull'inferiore. Ai lati sono indicate le decine dell'anno pel quale vuolsi la Pasqua ed in corrispondenza alle zone delle decine le rispettive unità, avvertendo che la linea verticale continua segna la divisione del marzo dall'aprile, e la punteggiata le pasque medie, ossia la divisione tra le pasque basse e le alte.

     Facciamo qualche esempio. La Pasqua del 1900 (decina 0,  unità 0) cadde al 15 aprile - la Pasqua del corrente 1908 (decina 0,  unità 8) cadrà al 19 aprile -  l'anno venturo, 1909, cadrà invece all'11 aprile - nel 1910 il 27 marzo - nel 1913 il 23 marzo  (la più bassa del secolo) - nel 1917 all'8 aprile (Pasqua media) - nel 1920 al 4 aprile - nel 1943 al 25 aprile (la più alta) - nel 1999 al 4 aprile, e nel 2000 al 23 aprile. Considerando questo quadro numerico si rileva come le Pasque ritornino frequentemente alle stesse date ogni 11 anni, e come per lo più retrocedano di quattro giorni ogni tre anni, mentre da un anno all'altro si riscontrano grandissimi salti.

     Dalla Pasqua dipendono, poi, tutte le altre feste mobili. Così la Settuagesima, le Ceneri, le Rogazioni, l'Ascensione, la Pentecoste, la Trinità ed il Corpus Domini avvengono sempre, e rispettivamente, 63, 46 giorni prima, e 36, 39, 49, 56 e 60 giorni dopo quello pasquale.

     Aggiungeremo, infine, che nell'antico linguaggio della Chiesa si dava il nome di Pasqua anche al Natale, all'Epifania, all'Ascensione, ecc. ma solo nel linguaggio popolare si conserva ancora il nome di Pasqua fiorita alla domenica delle palme; di Pasqua di rose alla Pentecoste, e di piccola Pasqua o Pasquetta all'Epifania. In latino la Pasqua si scrive Pascha, e nelle lingue vive :  Paque in francese - Pascua in Spagnuolo - Osterfest, Ostertag od Ostersonntag in tedesco - Easter, Easterday od Easter-sunday in inglese.  Ed ora ....buona Pasqua !

                       Milano,  marzo 1908                                                                               Cap.   ISIDORO  BARONI