Astronomica  Langrenus


Il cratere GRIMALDI - The GRIMALDI crater


Molti appassionati di osservazioni lunari certamente conoscono quella grande area scura visibile anche con un semplice binocolo vicino al bordo lunare di sudovest : bene, quello è  il punto più scuro di tutta la faccia visibile dalla Terra. Per una sua veloce individuazione basta orientare il proprio telescopio in prossimità del margine meridionale dell’oceanus Procellarum da dove, spostandoci verso ovest, sarà inevitabile osservare una bella macchia di colore molto scuro, particolarmente visibile in contrasto con i materiali nettamente più chiari di cui sono costituiti gli altipiani circostanti. Si tratta di Grimaldi, tipico esempio di una struttura non crateriforme ma ufficialmente appartenente alla tipologia dei cosiddetti circhi lunari, le cui notevoli dimensioni raggiungono un diametro di 228 km. Personalmente risulta difficile accreditarne la formazione in seguito ad un impatto meteoritico, ritenendo più plausibile che si tratti di un’antichissima depressione successivamente colmata dai materiali lavici provenienti dall’oceanus Procellarum e da altri detriti.  La sua ubicazione alla longitudine di 68,6° ovest ci indica che Grimaldi si trova in quel particolare settore del disco lunare definito come “zona di librazione”, fenomeno causato dal non perfetto sicncronismo dei moti di rivoluzione e rotazione della Luna, che ci consente di osservare, alternativamente in latitudine o in longitudine, le regioni situate sul confine dell’emisfero invisibile. E’ proprio per questo motivo che l’osservazione di Grimaldi, così come per tutte le altre strutture presenti in prossimità del bordo lunare, sarà condizionata dal grado di librazione più o meno favorevole. A questo si deve inoltre considerare l’inevitabile apparente ovalizzazione introdotta dall’effetto prospettico nonostante la sua conformazione circolare.

Grimaldi ebbe origine nel periodo geologico Pre Nectariano, risalente a 4 - 4,5 miliardi di anni fa. E’ contornato da un sistema di pareti la cui altezza non supera mediamente i 1200 metri, le quali si presentano demolite in vari punti. Sui versanti meridionali delle pareti vi sono vari piccoli crateri, tra cui Grimaldi-N di 8 km, Grimaldi-P di 10 km, Grimaldi-T di 12 km. Fra i crateri presenti sulla cinta montuosa settentrionale, settore in cui se ne riscontra la minore elevazione, sono degni di nota Grimaldi-A di 15 km, Grimaldi-D di 22 km, Grimaldi-H di 9 km. Abbiamo già visto che la platea di questo grande circo lunare esibisce una colorazione estremamente scura, con potere riflettente non superiore al 6%, parametri che denotano presumibilmente una notevole presenza di materiali basaltici in superficie.

Il fondo si presenta prevalentemente pianeggiante e cosparso da numerosi piccoli crateri. Vi si possono osservare anche vari corrugamenti di notevole lunghezza, in modo particolare quelli che solcano Grimaldi orientati in senso nord-sud in prossimità dei bastioni occidentali ed orientali. La morfologia e la conformazione di alcune dorsali osservabili nel settore est-nordest pare testimoniare come uno dei principali flussi di materiale lavico abbia interessato l’area di Grimaldi provenendo dalla regione collinare posta a nord, scorrendo durante la sua fase semifluida fra i crateri Grimaldi-B e Grimaldi-D. Altra particolarità che contribuisce a rendere estremamente interessante l’osservazione di questa notevole struttura è costituita dalla presenza, certificata nel catalogo ALPO, di almeno quattro o più domi di cui quelli più estesi si trovano nel settore settentrionale della platea, poco a sud di Grimaldi-B.

Il settore sudest delle pareti di Grimaldi è interessato dalle omonime rimae, un sistema ramificato di solchi estesi per circa 240 km nell’area fra i crateri Grimaldi-E-F, Damoiseau e fino a sud del cratere Grimaldi-G. Originatesi da 3,9 a 3,2 miliardi di anni fa nel periodo geologico Imbriano, le rimae Grimaldi sono osservabili cinque giorni dopo il primo quarto con telescopio riflettore di almeno 300 mm.

Volendo uscire dall’area di Grimaldi, si potrà osservare a nord-nordovest la regione posta fra Grimaldi-B, Lohrmann e Riccioli con le omonime rimae. Mentre verso oriente circa 130-150 km di altipiani separano Grimaldi dal cratere Damoiseau e dalla sponda dell’oceanus Procellarum, guardando sempre più verso ovest noteremo, con qualche difficoltà, Schluter (di 90 km), proprio in corrispondenza del bordo lunare oltre il quale ci si avvicina al grande mare Orientale.

L’osservazione di Grimaldi, in fase di 6 giorni dopo il primo quarto, richiede almeno un binocolo a 10x, anche se alcuni garantiscono di averlo individuato sul disco lunare ad occhio nudo.

 

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