Astronomica Langrenus


Ma chi ha detto che il clima è impazzito ??

Considerazioni sulla dilagante DISINFORMAZIONE attuata anche in campo meteorologico


Annotazione importante: In questa pagina vengono pubblicate notizie riguardanti il panorama climatico cremonese unitamente ad avvenimenti meteorologici particolarmente rilevanti verificatisi in Europa fino al secolo XIX. Gli stralci di notizie e dati meteo riportati di seguito sono tratti da "Cremona" n° 1.92, rassegna quadrimestrale della Camera di Commercio Industria, Artigianato  e Agricoltura di Cremona, in cui venne pubblicato un estratto in merito al clima locale a cura di Achille Leani (Vice Presidente dell'Unione Europea degli Astrofili e Segretario Generale dell'Unione Mondiale). Unico scopo di questa pagina consiste nell'evidenziare come anche in epoche ormai lontane il quadro climatico non fu proprio così tranquillo e lineare ma, contrariamente a quanto vorrebbero farci credere, notevoli variazioni del clima vennero dettagliatamente documentate nelle cronache dell'epoca.

Leggendo attentamente quanto riportato nella interessantissima pubblicazione in oggetto, non si può fare a meno di porsi la domanda:
"Ma chi ha detto che il clima è impazzito ??"

1- Quadro generale:

- Tra la fine dell'ultima era glaciale (9000 a.C.) ed il XX secolo, la temperatura media è aumentata di almeno 5°C, di cui poco più di 1°C dal 900 a.C. ad oggi (cioè, in poco meno di tre millenni);

- Il millennio compreso tra il 4000 ed il 3000 a.C. fu assolato, con vegetazione rigogliosa e ghiacciai ridotti (rilevazione fatta sulla scorta dei dati tratti da una torbiera collegata con un ghiacciaio tirolese);

- La presenza di querce e di pini sin verso il 2000 a.C., testimoniata dai pollini ritrovati in alcuni depositi lacustri del Minnesota (nel nord degli Stati Uniti, ad ovest del lago Superiore), assicura che in quella zona doveva esserci, allora, una temperatura certamente superiore di almeno 2°C a quella attuale;

- Ci sono elementi per affermare che nel Sahara occidentale l'umidità è stata in progressione almeno sino al 2350 a.C.

- Per l'aumento della piovosità durante le stagioni vegetative, tra il 1500 ed il 700 a.C, l'andamento climatico generale si fece piuttosto vario ed ingarbugliato;

- Attorno al 450 a.C. aumentò il freddo per una nuova avanzata dei ghiacci. Lo studio dei depositi glaciali sia in America che in Europa, mostra che vi furono almeno quattro (e probabilmente più di quattro) avanzate successive del ghiaccio, separate da lunghi stati interglaciali con climi relativamente più miti. Durante questi stadi interglaciali i lenzuoli di ghiaccio arretrarono anche più di adesso (è interessante notare che la superficie coperta attualmente dai ghiacci  è soltanto tre volte minore di quella corrispondente alla fase di massima espansione glaciale) e siamo quindi condotti a concludere che viviamo tuttora nello stadio finale dell'ultimo periodo glaciale; perciò prima che il ghiaccio ricominci la sua avanzata sui nostri continenti, il clima dovrà diventare alquanto più caldo di ora. (Da G. Gamow, Biografia della Terra, Verona 1950, p. 209).

2- Quadro Europeo:

Tabella 1 - Avvenimenti meteorologici particolarmente rilevanti verificatisi per l'Europa sino al secolo XIX:

Anni o periodi Eventi

- XII - XIII secolo

Estati più calde delle attuali
- 1313 Inverno ed autunno più umidi
- 1314 Autunno molto umido
- 1315 e 1316

Inverno, estate, primavera umidi. Nei due anni indicati i raccolti andarono completamente distrutti. Nel 1315, per le troppo frequenti piogge, il fieno non riusciva ad asciugarsi e gli aratri restavano infangati nel terreno; la semina primaverile marciva abbondantemente; il rapporto fra grano seminato e e grano raccolto fu di 1:2,5 (due chicchi e mezzo per un chicco di semente), perciò non ci fu grano sufficiente per la semina successiva ed il raccolto del 1316 fu ancor peggiore: 1:2,1 (da E. Le Roy Ladurie, cit., p. 48)

- 1317 Una stagione non definita, molto umida
- 1318 Annata molto secca, ma con autunno umido
- 1319 Inverno ed estate umidi
- 1320 Autunno umido
- 1321 - 1336 Stagioni asciutte, anche molto
- 1337 - 1369 Stagioni ad andamento misto. La cronaca cremonese (tanto per avere una testimonianza tutta nostra) denuncia, per il 1359: "Degna di memoria è forse la non mai veduta strabocchevole quantità di neve caduta in quest'anno in Lombardia. In alcune città fu alta uno ed anche un metro e mezzo; perlocchè rovinarono molte case. Siffatto straordinario evento fu cagione di grandissimo danno anche a Cremona per la sospensione del Commercio" (da A. Grandi, Descrizione della Provincia e Diocesi cremonese, Cremona 1856, p. 579)
- 1370 - 1389 Stagioni abbastanza asciutte.
- 1390 - 1403 Gruppo di anni piuttosto piovosi. Il 25 aprile 1399 avvenne che " In più luoghi della Lombardia cadde neve e tempesta furiosa insieme, cui tenne dietro nel successivo giorno sì densa e forte brina, che spogliò per intero le viti dè teneri rampolli, arrecando pure non lieve danno alle biade" (A. Grandi, cit., p. 593)
- 1460 - 1526 Il clima si fa più mite.
- 1527 - 1529 Clima freddo, piogge violente. La notte che seguì il terremoto del 3 luglio 1529, per Cremona si dice che "Cadde una pioggia rossa a mo' di sangue, per il che furono da terrore preoccupati" (A. Grandi, cit., p. 696). Nella nota a fondo pagina 696-697, il Grandi riferisce notizie relative alle piogge "dette di sangue", affermando che "è possibile assegnar loro parecchie cause, a quanto dicono i dotti; tuttavia essi non le spiegarono altrimenti che colla intervenzione d'insetti color rosso. De Candolle che raccolse sulle Alpi ed esaminò la neve rossa.... trovò che il colore di quella era da ripetersi dalla presenza d'un vegetabile che ricevette i nomi di Ureto Nivalis, e di Leprana Kermesina" Invece era sabbia del Sahara.
- 1560 - 1590 Molto freddo. Gli inverni furono molto rigidi anche sul Baltico e nel bacino del Tamigi.
- 1591 - 1597 Primavere ed estati piuttosto fredde. In italia ed in Germania i "poveri mangiavano qualunque cosa fosse commestibile, funghi, gatti cani e persino serpenti" (E. Le Roy Ladurie, cit., p. 70)
- 1640 - 1650 Periodo di anni freddi e piovosi. 1646, anno dell'assedio francese alla città di Cremona; le cronache dicono che "le piogge dirotte che caddero per più giorni, e le acque disalveate che allagarono il convento di San Rocco e le campagne vicine, obbligarono il nemico... a ritirarsi" (non tutto l male viene per nuocere! Da A. Grandi, cit., p. 713)
- 1690 - 1700 Anni freddi e spesso piovosi in primavera ed in estate.
- 1709 Inverno molto rigido, con i grandi fiumi ghiacciati.
- 1725 Anno veramente terribile per venti e piogge.
- 1773 - 1779 Anni abbastanza buoni, nella norma. Anche per il 1779 abbiamo riscontri cremonesi: "L'inverno... passò senza nevi e piogge e la siccità durò sino al 7 maggio (127 giorni, dall'inizio dell'anno, senza contare il dicembre precedente, nda), per cui i pozzi erano quasi tutti inariditi, e l'alveo dei fiumi talmente abbassato, che le due ripe non eran più lontane che di pochi metri" (A. Grandi, cit., p. 724). Non risultarono aspetti negativi (carestie o flagelli vari), quindi i nostri inverni secchi dovrebbero lasciarci tranquilli.
- 1780 - 1781 Punte elevate di temperatura.
- 1782 Condizioni meteorologiche in peggioramento.
- 1783 Migliorano le condizioni meteorologiche rispetto all'anno precedente.
- 1788 Storica grandinata in Francia.
- 1801 - 1811 Estati calde.
- 1812 - 1817 Primavere ed estati fredde.
- 1820 Comincia l'avanzata dei ghiacci alpini.
- 1850 - 1856 Primavere ed estati fredde.
- 1857 - 1875 Le stagioni si normalizzano, ma con punte siccitose nel decennio più caldo (1862-1872), in cui si registra l'inizio della ritirata dei ghiacci (1 km), la cui espansione cessa nel 1872.

3- Il clima locale:

Il passato quadro climatico cremonese può essere delineato, ma con cautela, estrapolando notizie dalle "cronache" stilate dai nostri più noti cronisti e ricercatori, come il campi, il Cavitelli, il Robolotti e il Grandi, che hanno sovente evidenziato avvenimenti meteorologici e calamità dovute alle cosiddette "bizze del tempo", risultati poi correlati ad avvenimenti meteorici continentali. Nella tabella che segue riporto un sommario elenco di quelli che hanno interessato la nostra città e la nostra provincia nel corso di circa 13 secoli. I valori termometrici del XIX secolo sono riferiti dal Grandi e dal Robolotti; sono da assumersi con particolare cautela perchè non si sa bene come siano stati ricavati, almeno per quanto riguarda il Grandi, che inquadra così la seconda metà dell'ottocento: Temperatura (media) + 13° // Massimo del caldo ordinario + 33,2° // Massimo del freddo ordinario - 6,6° // Temperatura media ordinaria nei mesi d'estate + 23° // Temperatura ordinaria nei mesi d'inverno + 2°. Anche quest'ultimo dato si riferisce alla media stagionale.

Il Robolotti, invece, ci offre il quadro della prima metà dell'Ottocento, sulla scorta dei dati forniti dal Liceo di Cremona, ove doveva esistere un rilevatore. (Note: F. Robolotti, Storia di Cremona e sua Provincia, Bornato in Franciacorta -Brescia- 1974, pp. 626-627. Sono dati ricavati da osservazioni di 34 anni, fatte nel Liceo di Cremona. Il Robolotti, come il Grandi, espone le temperature in gradi di Rèaumur). Temperatura media annua + 12,6° // Temperatura massima assoluta + 31,6° // Temperatura minima assoluta + 0,2° // Temperatura media d'inverno + 2,3° // Temperatura media d'estate + 29°. Ai dati il Robolotti aggiunge sue personali considerazioni, sul tempo in generale, aventi valore di testimonianza diretta: "Il mese più freddo è il gennaio, il più caldo il luglio, ma ricorrono spesso salti giornalieri di temperatura nelle varie stagioni e ne' diversi mesi, più forti in luglio e giugno, minimi d'inverno, maggiori in primavera che nell'autunno". le linee di tendenza enunciate dal Robolotti, valori delle temperature a parte, non sono diverse dalle attuali; anche ora il mese più freddo è quasi dempre gennaio e quello più caldo è luglio, e le escursioni delle temperature si verificano come allora. (Il testo prosegue oltre la tabella)

Tabella 2 - Riferimenti di meteorologia cremonese:

Anno

Evento

-   584

Grandi piogge in tutta l'Italia
-   589 Grandi piogge
-   590 Siccità da gennaio a settembre (per altre fonti nel 591)
- 1100 Piogge molto violente
- 1126 Molto freddo in gennaio. Si ghiaccia il Po
- 1219 Molto freddo. Si ghiaccia il Po
- 1234 Freddo straordinario. Po ghiacciato sino a Venezia
- 1239 Pioggia continua, per 5 giorni, in ottobre. Alluvione
- 1276 Quattro mesi di piogge. Terribile nevicata il 29 novembre
- 1280 Brinate fuori stagione. Piogge prolungate. Inondazioni
- 1292 Intense piogge in maggio (Cremona, Mantova, Ferrara). Cremona è allagata in giugno; la gente deve sistemarsi ai piani superiori delle case
- 1293 Anno ricco di grandi piogge
- 1303 Anno di grande siccità
 -1305 Freddo intenso in tutta l'Europa. Fiumi ghiacciati in Francia ed in Italia (Po compreso)
- 1359 Enorme quantità di neve in Lombardia (sino a 150 cm). Crollano case e viene sospeso il commercio
- 1398 Uragano il 3 agosto
- 1399 Grande nevicata il 25 aprile
- 1402 - 1403 Grandi gelate
- 1442 Freddo intenso. Molta neve (gennaio 180 cm). Po ghiacciato
- 1458 Neve tanto alta "che a memoria d'uomini non avvenire in passato"
- 1464 Gelo invernale straordinario
- 1481 In maggio, tre giorni di piogge"dirottisime"
- 1490 Freddo intenso e grande gelo. Viti improduttive
- 1494 Inverno completamente secco: ne' pioggia, ne' neve
- 1500 Grande siccità in tutta l'Italia
- 1524 Pioggia continua da maggio a giugno
- 1536 Niente pioggia da febbraio a ottobre. Pozzi asciutti
- 1537 Grande tempesta in febbraio (fenomeno rarissimo)
- 1540 Siccità. La campagna, tuttavia, non ne soffrì
- 1541 Terribile grandinata il 23 luglio. Durò più di un'ora e frantumò i tetti di molte case
- 1563 Siccità. Precipitazioni assenti da febbraio a ottobre. Pozzi asciutti
- 1580 Quattro giorni di caldo eccezionale in giugno, cui seguirono vari giorni di freddo
- 1616 Grande brina il 23 aprile
- 1639 Grandissima siccità. L'acqua, a Casalmaggiore, era venduta "come gli altri generi di commercio"
- 1646 Piogge intense per diversi giorni in ottobre
- 1681 Inverno molto rigido. Penuria di vino
- 1682 Grandi nevicate. Solo a marzo il suolo fu libero dalla neve
- 1683 Siccità in tutta l'Italia. I fiumi si potevano guadare, Po compreso. Difficoltà d'abbeverare il bestiame
- 1709 Inverno molto rigido. Il Po, ghiacciato "si passava con cavalli e carri"
- 1741 Brinata in maggio
- 1742 Alle 23 del 12 luglio, grande temporale. Il vento scoperchiò "diverse cascine, scomposti i tetti della fortezza di Pizzighettone", rovinando la facciata della chiesa maggiore della cittadina e quella della chiesa del Roggione. A Lodi, diluvio e tempesta per tre quarti d'ora. Primavera precoce, in febbraio, con fioritura delle piante, "ma in aprile tornò ad incrudelire il verno, e le campagne furono per più giorni coperte di nevi e di ghiacci"
- 1755 Aprile completamente secco. Piove il 9 maggio
- 1765 Luglio piovoso. Strade impraticabili
- 1767 Grande nevicata a gennaio. Dicembre completamente secco
- 1769 Luglio, agosto e settembre senza piogge. Sul mantovano, invece, precisamente a Governolo, un tremendo uragano distrusse parecchie case e causò la morte di "ben 30 e più persone" (probabilmente, una tromba d'aria)
- 1771 Il 28 novembre inizia un lungo periodo di piogge (che durerà sino al giugno dell'anno seguente), tuttavia l'inverno è tiepido
- 1772 Continuano sino a metà giugno le piogge
- 1774 Tre mesi infernali (giugno, luglio e agosto): "E' stato tale il caldo che non potevasi se non alle 23 sortire di casa". Ovviamente, grande siccità
- 1777 Un temporale che "durò dalle 3 1/2 della notte sino alle ore 12". Oltre un centinaio di fulmini "in maniera che non si vedeva altro che fuoco". Era il 19 agosto. Dicembre completamente secco
- 1778 Non piove dal dicembre precedente, sino ad aprile
- 1779 Inverno senza precipitazioni. Tempo secco sino al 7 maggio
- 1789 Inverno freddissimo. gela il Po a fine dicembre
- 1791 Grandi piogge. A novembre straripa l'Oglio
- 1803 Dicembre non freddo perchè "vedeansi i grappoli (d'uva) ancor pendenti dai tralci"
- 1829 Nevicate rilevanti a fine dicembre
- 1830 Continuano le nevicate in gennaio, con freddo intenso. In alcuni giorni del mese il termometro toccò i  -17°C
- 1830 Temporale con forte grandinata il 2 maggio. Grandi e numerose piogge in autunno. Però a fine dicembre l'aria era tiepida ed "il suolo era per ogni dove verdeggiante"
- 1847 Pesante brinata il 17 aprile
- 1849 - 1856 Sono sette anni irregolari dal punto di vista climatico (o statistico), per le temperature, per le primavere gelide e le piogge frammiste a neve sino a maggio inoltrato. In particolare: inverno mite nel 1852; primavera umida e fredda nel 1853; pesante e gelida nebbia il 7 aprile 1853 (un sabato santo che sembra riportare l'inverno)
- 1857 Forti venti occidentali tengono sgombro il cielo. Non piove ed i fiumi sono in magra
- 1875 Primavera secca
- 1879 Gran siccità estiva
- 1883 Dicembre con molta neve

(.....) Per quanto riguarda le piogge, il Robolotti indica: "La quantità annua della pioggia fu di 0 m. 830 mm (non molto diversa dalla nostra, 798,2 mm), ma passò dai 0 m. 518 mm minima assoluta, ai 1225 mm massima assoluta. le piogge discendono tra noi non dirotte e rovinose, bensì lente, sottili, uniformi e per molti giorni in autunno; la loro progressione nelle diverse stagioni fu di 144 mm in inverno, di 170 in estate, di 224 in primavera, di 992 in autunno"" (F. Robolotti, cit., p. 628. Alla tabella è stata aggiunta la fenomenologia che accompagna solitamente i venti, riprendendola per riassunto dal testo sopraddetto.

Tabella 3 - Quadro dei venti spiranti su Cremona (sec. XIX):

- Da ovest (ponente, occidentale, zeffiro) per 107 giorni fresco, secco
- Da nord-ovest (maestro) per  42 giorni spesso con grandine
- da nord (tramontana) per 38 giorni  
- Da nord-est (greco) per 24 giorni tempera l'inverno e bagna l'estate
- Da est (euro, levante, oriente) per 78 giorni come sopra
- Da sud-est (scirocco) per 47 giorni come sopra
- Da sud (ostro) per 15 giorni porta neve
- da sudovest (libeccio) per 15 giorni porta grandine

"I venti arbitri principali delle fluttuazioni meteoriche, non sono mai periodici fra noi, ma si succedono con vece alterna e rapida in qualunque stagione, mese, giorno, ora dell'anno...." Le affermazioni del Robolotti sono accettabili e possiamo concludere che in quasi due secoli nulla è cambiato nel clima cremonese, se non in qualche valore, ed il raffronto con la tabella riassuntiva (n° 4) ne da testimonianza. Per completare il quadro storico cremonese del XIX secolo riporto, pari pari, una passo della "provincia - Corriere di Cremona" di sabato 5 marzo 1892: "Tempo ladro. A dire il vero se alcuni ci chiedessero in che mese siamo, saremmo imbarazzati a rispondere. Il calendario dice marzo ma la neve è caduta fitta, il freddo da cani ci assicura che noi siamo in pieno gennaio. La cosa non è certamente consolante, ma bisogna pur rassegnarci e sperare in un prossimo equilibrio atmosferico...." (M. Teschi, 100 anni fa, in "La Provincia", XLVI n° 74, 28 marzo 1992, p. 9). Non bisogna meravigliarci; anche noi ci siamo trovati, in tempi recenti, nel medesimo imbarazzo; e poi, nel 1991 ha nevicato il 18 aprile !. Prima di passare al XX secolo ricordo una corrispondenza scientifica contenuta in un documento diplomatico inviato da Carlo Cattaneo al Parlamento inglese nel 1848. La nostra zona avrebbe avuto, secondo i dati raccolti dal Cattaneo presso l'Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, oltre 200 giornate completamente soleggiate, di cui almeno una settantina concentrate nei 92 giorni compresi tra il 1° giugno ed il 31 agosto, con una temperatura, in quel periodo, mai inferiore ai 25°, notti comprese!.Siamo nell'ordine del nostro ultimo decennio (1982-1991), per quanto concerne i giorni completamente sereni; invece, siamo oggi un poco sotto per quanto concerne i minimi estivi citati (mai al di sotto dei 25°). Siamo stati in quelle condizioni solo per cinque giorni nel luglio 1983 (20-26-27-28-29). fatta salva l'attendibilità dei dati, del Cattaneo e miei, il 1848 fu decisamente un anno molto più caldo di quelli del nostro ultimo decennio.

Venendo al secolo in corso, alcune notizie riguardano l'anno 1933. Sono tratte da una "Relazione statistica sull'attività economica della Provincia di Cremona" che precisa: (fonte dattiloscritta dell'Archivio della Camera di Commercio cremonese, pp. 37-38-39) "L'anno solare 1933 no fu.... tanto sfavorevole alle coltivazioni se si eccettuano alcuni elementi particolari, quale la grandine ed il vento che duramente colpirono alcune località" e quindi, rispetto al 1932, "può essere considerato leggermente migliore" (perciò anche il 1932 non fu un anno del tutto tranquillo!). Poi la relazione puntualizza: "L'inizio dell'anno 1933 fu caratterizzata da un primo periodo di freddo intenso... Le abbondanti nevicate della fine gennaio..... preoccupavano gli agricoltori a causa delle cosiddette gelate". In febbraio le "condizioni climatiche.... si manifestarono assai miti, con discrete piogge", che durarono anche i marzo e fin verso la fine di aprile, con "un abbassamento di temperatura". C'è una violenta grandinata nella parte orientale della provincia nella prima quindicina di maggio, mentre nella seconda decade di giugno inizia "una serie di piogge abbondanti e quasi quotidiane", che trovarono spazio anche nella "prima decade di luglio". Poi il tempo si fa "costantemente bello", con "forti temperature" e con la "conseguente siccità". In settembre, piogge non eccessive; ma in ottobre le cose cambiano: "ebbe inizio un periodo di piogge dapprima intermittenti....facendosi di mano in mano più frequenti, oltre il consueto....", che "continuarono abbondanti" in novembre sino a "precludere l'effettuazione di parti delle semine del frumento autunnale". Poi, la rituale e abbondante nevicata "verso la metà di dicembre".

Come quadro meteorologico annuale, appare completo e del tutto nella norma indicata dalle statistiche, abbassamenti di temperatura fuori stagione compresi. Ricordato, anche, l'andamento siccitoso riferito dal Loffi (optimum estivo è termine tecnico; sta per "più calda stagione estiva") per gli anni 1940-1942, entro nel particolare per il periodo 1946-1991. Il quadro meteorologico che segue, pur nell'aridità dei numeri, dà l panorama del nostro clima attuale che non sembra indicare apprezzabili variazioni rispetto al passato, se non per una impennata delle temperature massime tra il 1972 ed il 1979 e per una discussa fluttuazione fredda del tutto inquadrata nella tendenza secolare. Ancora qualche considerazione: a livello europeo l'optimum estivo del nostro secolo deve essere attribuito all'ann0 1947, quando l'anticiclone delle Azzorre spinse un suo promontorio (o cuneo) sulla Scandinavia e vi stazionò a lungo, diffondendo calore. Perciò l'estate del 1947 rappresenta la punta più alta del clima europeo per questo secolo (da noi si toccarono i 36° i massima il 3 ed il 4 agosto; non molto rispetto agli oltre 39° del nord Europa. Dopo il 1952 si registrò una progressiva riduzione delle medie termiche europee e le lunghe estati assolate diventarono piuttosto rare. Sempre a livello europeo, l'inverno 1962-1963 viene considerato come l'inverno del secolo, nonostante fosse ancora in atto la ritirata dei ghiacci (La situazione lombarda esce abbastanza chiara dallo studio di 239 ghiacciai. nel 1953, dei suddetti ghiacciai già presenti all'inizio di questo secolo, ben 66 erano scomparsi, per effetto del miglioramento termico che ha fatto seguito alla fine della piccola glaciazione: i restanti risultarono considerevolmente arretrati. a livello europeo, la ritirata dei ghiacci ha avuto come conseguenza lo spostamento verso nord delle foreste ed un leggerissimo aumento della temperatura media degli oceani). Da noi, in quella stagione, le cose andarono un pochino meglio. i dati sono in tab. 4.

Dalle colonne delle temperature possiamo dedurre un sensibile miglioramento stabilizzato dal 1968 al 1979; che successivamente l'aspetto termico è andato altalenando fra i massimi del periodo precedente ed i minimi del periodo 1947-1968. Appare che l'anno mediamente meno caldo fu il 1948 e quello più caldo fu il 1975. Occorre premettere che la temperatura d'un giorno non può essere determinante per definire l'anno più caldo, o più freddo. Troviamo +39°,8 al 16 agosto 1952 come punta massima; quindi altri valori attorno ai +35° in almeno una dozzina d'anni. Le massime assolute sembrano diminuire leggermente in questi ultimi anni. Riguardo l'andamento delle temperature minime annuali, calcolate per ogni anno sui valori medi dei minimi mensili, il quadro pone in netta evidenza un "picco ottimale" nel 1981 (+ 12°,8) ed una "fossa" molto bassa nel 1974 (+ 2°,6), ma con un andamento piuttosto regolare (fluttuazione di 2°) negli altri anni, tranne l'ultimo decennio, che appare piuttosto vario, con tendenza biennale all'omogeneità. (.....).

Tabella 4 - CREMONA:  Dati meteorologici degli ultimi 46 anni  (1946 - 1991)

Anno

Temperature medie annuali in °C Temperatura minima assoluta Temperatura massima assoluta Umidità relativa media Precipitazioni - valore annuo in mm Neve caduta in cm al suolo Giorni sereni (*) Pioggia massima giornaliera
massime medie minime mm giorno e mese
1946 18,3 13,3 8,5 - 10 34,9 65,4 771 14 167 - -
1947 16,3 10,6 8,5 - 12 36 68,8 841,6 76,6 164 41 1/11
1948 14,1 12,7 11,7 - 8 31,8 45,1 524,1 32,2 161 33,2 6/10
1949 17,4 13,4 8,3 - 7 35,2 78,1 592,5 5 178 36,4 8/5
1950 18,6 14 9 - 10 37,8 62,1 516 36,4 109 30 1/10
1951 17,7 13,7 9,2 - 5 35 75,4 894 4 92 58 23/10
1952 17,9 12 8 - 9,8 39,8 76,1 437,9 19 185 34,8 21/10
1953 17,4 13,2 8,5 - 8 32,6 75,8 743,2 7 146 73 14/4
1954 16,7 12,3 7,6 - 4,6 31,8 78,5 688 157 118 29,4 20/4
1955 16,8 12,9 8,6 - 5,5 33,8 82,9 1109,2 58 131 40 11/7
1956 16,6 12,1 6,1 - 17,5 32,6 84,9 673,8 44 129 55,6 25/5
1957 17,2 12,7 7,1 - 8,5 38,4 80,7 1015 5 128 65,2 10/11
1958 18,6 13,6 9,2 - 7,6 34,2 75 818,6 16 173 54 27/6
1959 17,8 13,8 10,1 - 4 34,5 81,5 1140,8 20 143 71,4 31/3
1960 16,7 12,6 9,9 - 14,5 33 81 1329,2 46 121 72,6 17/9
1961 18,8 14,5 10,8 - 6 34 67,3 817,6 27 192 32,6 22/4 - 27/11
1962 16,6 13,6 9,3 - 7 35,5 78,3 680,8 33 177 33,6 1/11
1963 16,5 13,3 9,7 - 12,2 33 87,2 1116,6 110 148 63,2 5/9
1964 17,6 13,9 9,9 - 9,8 34,2 84,1 1121,2 19 179 72,2 4/9
1965 17 12,7 8,3 - 3,2 35 82,5 869,8 14 162 57,6 17/8
1966 17,8 14,2 9,6 - 10 35 82,2 917,4 33 168 55,6 17/9
1967 17,9 13,8 9,7 - 6,8 34,2 81,1 665 2 185 72,2 9/6
1968 16,7 12,9 10,2 - 9,6 35,2 81,3 885 20 161 46,2 16/10
1969 16,8 12,8 9,2 - 7 34 79 728,2 40 154 38 6/6
1970 17,3 13,1 9,3 - 6,8 34 76,7 704 49 177 49,4 8/10
1971 17,7 13,5 9,5 - 11 35 74,5 653 32 215* 35,4 24/4
1972 21,4 12,9 5,1 -  4,8 33,2 78,4 1005,2 47 140 50,2 28/1
1973 22,5 13,1 3,5 - 7,2 33,6 58,3 722,4 8 193 40,8 1/1
1974 22,7 13,3 2,6 - 4,5 33,8 71,5 644 2 148 53,7 10/6
1975 23 13,6 5,6 - 3,4 33,8 75,2 947,6 - 158 48,2 6/5
1976 22,5 13,4 4,5 - 5 33,4 73,3 1013,8 48 153 50,4 11/11
1977 22,2 13,2 4,7 - 8,4 32,4 76,7 883,4 13 157 71,8 27/6
1978 20,3 12,3 4,4 - 4,5 32 76,5 1020 47 146 56,4 13/6
1979 21,6 12,9 4,5 - 8 32,4 77,2 967,6 33 184 114,8 18/8
1980 16 12,7 8,3 - 10 33,4 81,6 777,6 54 153 43,6 17/10
1981 16,6 15 12,8 - 7,8 33,5 81,6 696 28 212 41,2 28/9
1982 22 13,3 5,4 - 4 34,5 78,6 673,4 5 189 58,4 28/8
1983 22,5 13,1 4,8 - 4,5 33 75,8 436,6 16,5 216 33 16/3
1984 16,2 12,6 9,2 - 5 30.8 75,8 819,6 14 219 72,9 9/8
1985 15,5 12,1 8,5 - 16 32,5 73 789 80 215 42,6 3/3
1986 22,2 13,3 4,6 - 6,5 31,5 77,6 634,6 74 224 34,6 6/1
1987 21,7 12,9 4,7 - 11 33 73,7 785,6 77 234 45,2 6/10
1988 22,6 13,8 5,8 - 5 33,6 69,9 633 (**) 232 37,4 2/12
1989 21,8 12,5 4,2 - 4 32 74,8 507,4 2 262 28,8 11/9
1990 17,4 13,5 9,6 - 5 32,5 71,5 804,6 5 237 47 17/10 - 9/12
1991 16,9 12,9 9,3 - 11 32 71 702 15 251 52 14/9
(*) Sono considerate serene anche le giornate sino a 2/10 di copertura
(**) Valore non apprezzabile

E' veramente impazzito il "TEMPO" ? Pare proprio di NO. Ciò che scarseggia è la capacità di ragionare con la propria testa, unico modo per contrastare la disinformazione.


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