- Dal Quotidiano "La Provincia" - Cremona, anno 1969 (?)

 

A proposito del rimbombo causato dal "LEM"

Intuita da un cremonese la Luna col " buco " ?

Le anticipazioni di un italo - americano sulla struttura del nostro satellite "che suona come una campana" (...il satellite)

 

La notizia del "rimbombo" registrato dal sismografo lasciato da Conrad e Bean presso la "Testa dell'uomo delle nevi" (il cratere dell'oceano delle tempeste presso il quale si era dolcemente posato l'intrepid e nel quale "riposava" da oltre due anni il Surveyor) proprio nel momento della terribile caduta della parte ormai inutile del Lem, ha destato vivissima impressione e grande sorpresa in tutti gli appassionati di problemi lunari. Uno scienziato americano, nel commentare il fatto singolare, pare abbia esclamato: "i motivi di tale episodio devono essere inequivocabilmente profondi. Ci toccherà buttare via tutti i libri che avevamo sulla Luna". 

Non si deve accettare alla lettera l'affermazione del dr. Frank Press, dell'Istituto di tecnologia del Massachusetts, ma certamente la registrazione di un'onda d'urto della durata di oltre trenta minuti (se dobbiamo accettare l'ultima versione, addirittura oltre i 50 minuti) induce almeno alla revisione di non pochi dati relativi alla costituzione della Luna, almeno nel suo aspetto intimo.

Quindi, per il momento, sarebbe azzardato, per non dire impertinente, cavare dal fatto delle deduzioni che alla lunga potrebbero rivelarsi ingiustificate, mancando attualmente il dato certo sulla costituzione delle rocce lunari, non dico superficiali, ma del sottosuolo. Un discorso più chiaro e meno opinabile sarà forse possibile allorchè saranno state portate a termine altre esplorazioni, specialmente in zone ove, nel lontano passato, si verificarono i grandi cataclismi lunari. Attualmente abbiamo la certezza della solidità della crosta lunare, che ha contenuto l'impatto violento con la parte superiore del Lem (5900 km orari) nei limiti d'una "scalfittura" non superiore agli otto metri di diametro e non più profonda di mezzo metro, nonchè nella "elasticità" del suolo lunare, capace di vibrare tanto violentemente ed a lungo. 

L'esperienza della geologia non trova riscontro, in quanto a durata, con le vibrazioni della superficie della Luna nell'occasione presente, perciò il mondo scientifico ha cominciato a rivedere le sue posizioni ed ha avanzato ipotesi varie sulla "vetrosità" della costituzione del suolo lunare o sulle "cavità interne" del nostro satellite. A questo proposito vorrei ricordare il risultato di certi discorsi di corridoio avvenuti durante i lavori del "Primo congresso mondiale degli astronomi dilettanti" tenutosi nell'aprile scorso a Bologna. Un oratore americano, del Connecticut, ma di origine italiana, ( cremonese, per la precisione): mister Ercole Rovinetti, aveva enunciato, nell'ultimo pomeriggio dedicato alle comunicazioni scientifiche, un suo particolare sistema di calcolo astronomico in generale e spaziale in particolare, facendo perno sulla possibilità che gli era stata offerta di scoprire come sia possibile calcolare la massa, la densità, la velocità, la distanza, la grandezza di un qualsiasi corpo celeste conoscendo appena una delle grandezze sopra dette, attuando artificiosamente la riduzione del corpo in esame alle dimensioni che esso verrebbe ad assumere se la sua densità fosse uguale a quella della nostra Terra. Il poco tempo che il succedersi delle operazioni del Congresso lasciava a disposizione dell'oratore non permetteva di approfondire l'argomento, perciò, nelle more dei lavori, veniva spontaneo il rintracciare la persona che interessava e chiedere delucidazioni particolari sul problema abbozzato.

Col Rovinetti avevo potuto entrare in contatto, sin dall'anno precedente attraverso una corrispondenza abbastanza "nutrita", almeno dal punto di vista contenutistico, perciò non mi fu difficile averlo a disposizione e strappargli la promessa di un discorso più lungo e più complesso a Cremona.  per farla breve: il risultato delle comunicazioni fattemi dal Rovinetti suonava a un dipresso così: secondo il mio sistema di calcolo la Luna presenta evidenti anomalie; o è sbagliato il dato della sua densità, o sono sbagliate le sue dimensioni. Ma visto che i veicoli spaziali (allora si parlava del volo di Apollo VIII) orbitano proprio con la velocità relativa a quei due dati, io penso che la Luna non sia proprio fatta come fin ad ora abbiamo creduto. E nel dire quelle cose mi mostrò un foglietto (quello qui riprodotto) in cui appariva il disegno della Luna con un bel nocciolo "vuoto", con le sue brave dimensioni, nonchè l'indicazione grossolana di alcuni particolari. 

Confesso che rimasi alquanto affascinato dall'enunciazione dell'amico Rovinetti, incredulamente affascinato; ma il ricordo di quella Luna internamente vuota mi è balzato subito alla mente quando ho appreso del fenomeno inusitato della risonanza che subito ho collegato all'esperienza che possiamo fare nella zona dei Campi Flegrei, allorchè la guida, sollevata una roccia, la scaglia contro il suolo per farci sentire la risonanza dei vuoti sottostanti. 

Che l'italo-americano (cremonese di origine) abbia fatto centro ?

                                                                                                                                               Achille Leani

                                                                                                                               del "Gruppo Astrofili Cremonesi"   ( All'epoca dell'articolo qui riprodotto )

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