Astronomica  Langrenus


 La regione di Apollo 15 - Apollo 15 landing site


          

        Immagine tratta dal Consolidated Lunar Atlas - Apollo 15 site: telescopic view by CLA

 

Image by NASA


Il programma per l’esplorazione del nostro satellite portò Apollo 15 a visitare nel Luglio del 1971 una zona lunare tra le più spettacolari e tra le più osservate con i telescopi dalla Terra: gli Appennini, in un punto in cui altissimi picchi montuosi si stagliano sulla Palus Putredinis fra il monte Hadley e il sinuoso e profondo solco dell’omonima faglia. L’equipaggio è composto da Alfred Worden a cui viene affidata la conduzione del modulo di comando denominato “Endeavour”, mentre il comandante David Scott ed il pilota del modulo lunare “Falcon” James Irwin hanno il compito di effettuare l’attività di ricerca scientifica sulla superficie della Luna. Il Falcon scende a circa 300 metri dal luogo prestabilito in una zona molto interessante per quanto concerne l’evoluzione geologica della Luna.

Osservando la parte settentrionale della lunga catena degli Appennini lunari in fase di 7- 8 giorni, individueremo il luogo di allunaggio nel punto in cui la rima Hadley, in prossimità della base dell’omonima cima montuosa, forma un’ampia ansa verso est. Ci troviamo nella Palus Putredinis a circa 120 chilometri dal Cape Fresnel, il promontorio che delimita l’estremità settentrionale degli Appennini. La zona in esame abbonda di strutture osservabili con telescopi amatoriali anche di modesta apertura. Innanzitutto il monte Hadley, la cui base misura 26 x 15 chilometri e raggiunge l’altezza di 4800 metri sul livello medio della pianura circostante. Per questa struttura, la cui origine è da far risalire al periodo geologico Imbriano (3,8 - 3,3 miliardi di anni fa), basta un rifrattore di 50 mm. Alla base del settore nordest degli Appennini si sviluppa la faglia di Hadley per una lunghezza di circa 90 chilometri e con una profondità di quattrocento metri, ma dalle dimensioni si tratta di un vero e proprio canyon, osservabile in dettaglio con uno strumento riflettore di almeno 200 mm di diametro. Circa 50 chilometri a sud dal punto di allunaggio di Apollo 15, il solco di Hadley attraversa il piccolo cratere Hadley-C con diametro di 6 chilometri, alto circa 500 metri e con un fondo a conca, osservabile con telescopio rifrattore di almeno 100 mm. Poco più a nord del cratere Hadley-C è interessante osservare Hadley Delta, rilievo montuoso la cui base misura 20 x 20 chilometri, ma con altezza finora non accertata, per l’osservazione sono indicati rifrattori di almeno 100 mm. Alla base degli Appennini si estende la palus Putredinis, una zona relativamente pianeggiante con superficie di 6000 kmq la quale occupa tutta l’area fino ai crateri Archimedes e Autolycus. Su questa piccola pianura il 13 settembre 1959 si schiantò il primo oggetto lanciato dalla Terra verso la superficie della Luna, la sonda sovietica Lunik 2.

Poco a nord del monte Hadley sarà interessante cercare Santos-Dumont, (ex Hadley-B) piccolo cratere a forma di conca con diametro di 9 chilometri, situato in prossimità del promontorio di Cape Fresnel, osservabile con rifrattori di almeno 100 mm, originatosi nell’era geologica Eratosteniana (Da 3 a 1,5 miliardi di anni fa).

Con telescopi riflettori di almeno 300 mm si potrà andare alla ricerca di Bela (2,3°E – 24,7°N), interessante struttura dalla forma molto allungata, la cui particolarità consiste nell’essere ubicata all’estremità meridionale della rima Hadley. Oltre a numerosi piccoli crateri e vari sistemi di solchi disseminati nella palus Putredinis, non potrà certamente mancare un’approfondita osservazione alle alte e spettacolari cime degli Appennini, cogliendo la differente morfologia del versante rivolto verso il mare Imbrium, estremamente ripido, rispetto al dolce digradare di questi monti sul versante opposto, quello rivolto ad oriente, verso il mare Vaporum. Da non mancare una visita alle rime Fresnel poco ad ovest dell’omonimo promontorio. Si tratta di un sistema di solchi ramificati con una estensione di circa 90 chilometri orientati da SW a NE, per la cui osservazione dettagliata è necessario un riflettore di almeno 200 mm.

Anche per la missione di Apollo 15 la strumentazione scientifica è di tutto rispetto. Infatti il sismometro nel Settembre 1971 rivelò un notevole sisma in corrispondenza della regione di Tycho ad una profondità di circa 800 chilometri ed effettuò esperimenti di sismologia attiva. Ulteriore strumentazione consiste nel rivelatore di pulviscolo lunare, un magnetometro, uno spettrometro analizzatore dell’atmosfera lunare, un misuratore del flusso termico, un collettore di particelle del vento solare, osservazioni del campo magnetico della Luna, il tutto alimentato da una mini centrale nucleare. Per le “passeggiate lunari” venne utilizzato per la prima volta il Lunar Rover, una specie di fuori strada con quattro ruote indipendenti ciascuna delle quali dotata di un proprio motore elettrico e guida a cloche. Con questo prototipo di fuoristrada lunare vennero effettuate due escursioni per un totale di 12 ore, raccogliendo circa 80-90 chilogrammi di rocce e spingendosi fino a 5 chilometri dal modulo lunare dopo avere coperto una distanza complessiva di circa 28 chilometri. Il campionamento delle rocce lunari mediante carotaggi si spinse fino alla profondità di mt 2,36. La permanenza di David Scott e James Irwin sulla superficie del nostro satellite fu complessivamente di 2 giorni, 18 ore e 55 minuti. Da parte di Scott venne rinvenuta la cosiddetta “pietra della Genesi” consistente in un cristallo di anortosite pura con dimensione di 10 centimetri.

Nel frattempo ad Alfred Worden, il pilota del modulo di comando Endeavour, è toccato l’ingrato e monotono compito di orbitare intorno al nostro satellite per la durata complessiva di circa 70 ore, ad eccezione di tre uscite all’esterno della capsula per alcuni esperimenti, scomparendo dietro alla faccia nascosta della Luna per ben 74 volte: un viaggio ai limiti della paranoia e probabilmente con tanta invidia nei confronti degli altri due suoi colleghi alle prese con un’attività scientifica indubbiamente molto più stimolante.

 

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